Si è visto come la riscoperta delle dighe in materiali sciolti per altezze di ritenuta importanti, nonostante gli importanti vantaggi che questa tipologia presenta in determinate condizioni ambientali, sia stata relativamente recente. Fino a tutto il XIX secolo la tipologia prevalente per le più alte dighe di ritenuta è quella delle dighe in muratura.
Si è anche già accennato al fatto che solo a partire dal XIX secolo il progetto di queste dighe è stato basato su calcoli strutturali e di stabilità. Prima di allora si applicavano criteri empirici, corretti e affinati nel corso dei secoli sulla base delle esperienze che col tempo si accumulavano. Questo vale tanto per le dighe ad arco quanto per le dighe a gravità.
Il principio su cui si fondano le dighe ad arco, cioè la possibilità di trasmettere la spinta dell’acqua sulle sponde di una stretta mediante una struttura arcuata relativamente snella, era noto, naturalmente, fin dall’antichità, così come era noto il principio basilare delle dighe a gravità, cioè la possibilità di trasmettere per attrito la spinta dell’acqua alla fondazione mediante una struttura massiccia che resista e sia stabile in virtù del proprio peso. Ma l’applicazione alle dighe di criteri di calcolo razionali, che sulla base della valutazione delle sollecitazioni agenti e della resistenza dei materiali portassero ad un adeguato dimensionamento della struttura, si ebbe solo in tempi moderni.